Il Ministero dell’Agricoltura investe nel futuro dell’enogastronomia italiana

Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ha recentemente riattivato una misura finanziaria prevista dal DM 4 luglio 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale al n. 202 al 30 agosto 2022. Questa misura prevede l’assegnazione di 76 milioni di euro in totale per sostenere due importanti settori dell’economia italiana: l’acquisto di macchinari e attrezzature e l’ingresso di giovani under 30 nei settori dell’enogastronomia, della ristorazione e della pasticceria italiana.

Investimenti in macchinari e attrezzature

La prima linea di intervento, dotata di 56 milioni di euro, è destinata a finanziare l’acquisto di macchinari professionali e di altri beni strumentali all’attività dell’impresa, purché nuovi di fabbrica. Questo sostegno finanziario mira a modernizzare e migliorare l’efficienza delle imprese italiane nel settore dell’enogastronomia, della ristorazione e della pasticceria.

Sostegno ai giovani apprendisti

La seconda linea di intervento, finanziata con 20 milioni di euro, è invece diretta a favorire il ricambio generale nei settori target attraverso l’ingresso di giovani apprendisti. In questo caso, le agevolazioni sono destinate alle imprese che assumano con contratti di apprendistato giovani diplomati nei servizi dell’enogastronomia e dell’ospitalità alberghiera di età inferiore a 30 anni. Questa iniziativa rappresenta un investimento significativo nel futuro del settore, promuovendo l’ingresso di nuovi talenti e garantendo la continuità delle tradizioni culinarie italiane.

In conclusione, queste misure rappresentano un importante passo avanti per il settore dell’enogastronomia italiana, sostenendo sia l’innovazione tecnologica che il ricambio generazionale. Con questi investimenti, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste dimostra la sua dedizione a preservare e rafforzare il patrimonio culinario italiano.

Chi può beneficiare delle agevolazioni?

Le imprese che rispettano i seguenti requisiti possono beneficiare delle agevolazioni previste dal decreto:

  1. Ristoranti (codice ATECO 56.10.11): Devono essere costituiti e attivi nel Registro delle imprese da almeno dieci anni o, in alternativa, devono aver acquistato prodotti certificati DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e biologici per almeno il 25% del totale dei prodotti alimentari negli ultimi 12 mesi.

  2. Gelaterie, pasticcerie (codice ATECO 56.10.30) e produttori di pasticceria fresca (codice ATECO 10.71.20): Devono essere costituiti e attivi nel Registro delle imprese da almeno dieci anni o, in alternativa, devono aver acquistato prodotti certificati DOP, IGP, SQNPI e biologici per almeno il 5% del totale dei prodotti alimentari negli ultimi 12 mesi.

  3. Le imprese devono essere in pieno e libero esercizio dei propri diritti, non devono essere in liquidazione volontaria e non devono essere sottoposte a procedura concorsuale o a qualsiasi altra situazione equivalente secondo la legge vigente.

  4. Non devono essere in situazione di difficoltà, come definito dal regolamento di esenzione.

  5. Devono essere iscritte presso Inps o Inail e avere una posizione contributiva regolare, come risulta dal documento unico di regolarità contributiva (Durc).

  6. Devono essere in regola con gli adempimenti fiscali.

  7. Devono aver restituito le somme eventualmente dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero.

  8. Non devono aver ricevuto e successivamente non rimborsato o depositato in un conto bloccato aiuti individuati come illegali o incompatibili dalla Commissione europea secondo il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 maggio 2007 («Impegno Deggendorf»).

Chi è escluso dalle agevolazioni?

Le imprese sono escluse dalle agevolazioni se:

  • È stata applicata una sanzione interdittiva nei loro confronti.
  • I loro legali rappresentanti o amministratori, alla data di presentazione della domanda, sono stati condannati, con sentenza definitiva o decreto penale di condanna divenuto irrevocabile o sentenza di applicazione della pena su richiesta secondo l’art. 444 del codice di procedura penale, per reati che costituiscono motivo di esclusione di un operatore economico dalla partecipazione a una procedura di appalto o concessione secondo la normativa in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture vigente alla data di presentazione della domanda.

Le imprese devono attestare il possesso dei requisiti e l’assenza delle cause di esclusione tramite la presentazione, all’atto della domanda di contributo, di DSAN resa nelle forme previste dal decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n. 445, secondo le modalità previste dal decreto direttoriale dell’art. 9, comma 2 del presente decreto.

Criteri di ammissibilità delle spese

Quando si tratta di spese ammissibili, ci sono alcuni criteri chiave da tenere a mente. Prima di tutto, l’acquisto di macchinari professionali e beni strumentali nuovi, che sono essenziali per l’operatività dell’impresa, rientra in questa categoria. Questi devono essere acquistati a prezzi di mercato da terzi non collegati all’impresa. Un punto cruciale da ricordare è che questi beni strumentali devono essere conservati nel patrimonio dell’impresa per un minimo di tre anni dalla data di concessione del contributo. Inoltre, queste spese devono essere sostenute e saldate dall’impresa entro otto mesi dalla data di concessione del contributo.

Un altro aspetto delle spese ammissibili riguarda la retribuzione lorda per l’assunzione di giovani di età inferiore ai 30 anni, diplomati presso un Istituto Professionale di Stato per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera (IPSEOA), a condizione che non siano passati più di cinque anni.

È importante sottolineare che i pagamenti delle spese devono essere effettuati esclusivamente attraverso conti correnti dedicati intestati all’impresa, in modo da garantire la piena tracciabilità del pagamento.

Infine, si ricorda che le spese sostenute prima della presentazione della domanda di contributo non sono ammissibili.

Spese non ammissibili

È importante notare che ci sono alcune spese che non sono ammissibili. Queste includono:

  • L’acquisto di componenti, pezzi di ricambio o parti di macchinari, impianti e attrezzature che non soddisfano il requisito dell’autonomia funzionale.
  • Terreni e fabbricati, incluse le opere murarie di qualsiasi genere, ivi compresi gli impianti idrici, elettrici, di allarme, di riscaldamento e raffreddamento.
  • Mezzi targati.
  • Beni usati o rigenerati.
  • Utenze di qualsiasi genere, ivi compresa la fornitura di energia elettrica, gas, etc.
  • Imposte e tasse.
  • Contributi e oneri sociali di qualsiasi genere.
  • Buoni pasto.
  • Costi legali e notarili.
  • Consulenze di qualsiasi genere.
  • Spese non direttamente finalizzate all’attività dell’impresa.

Queste spese non sono ammissibili e quindi non possono essere incluse nella domanda di contributo. È fondamentale tenerne conto quando si pianificano le spese dell’impresa.

Dettagli del contributo

Il Ministero offre alle imprese la possibilità di ottenere un contributo in conto capitale. L’importo massimo del contributo può essere:

a) fino al 70% delle spese totali ammissibili;

b) o 30.000 euro per singola impresa.

Questi contributi sono erogati secondo il regolamento de minimis.

Modalità di presentazione delle domande

Le imprese interessate possono presentare le loro domande a partire dal 1° marzo 2024 e fino al 30 aprile 2024. I contributi saranno assegnati in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande.

Se sei interessato a questa opportunità e hai bisogno di ulteriori informazioni o assistenza, non esitare a rivolgerti a noi. Non perdere questa grande opportunità!